Matteo 11, 20-24
20 Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi,
perché non si erano convertite: 21 «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a
Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di
sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. 22 Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro
e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. 23 E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo?
Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in
mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! 24 Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di
Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Ascoltiamo la Parola
Oggi il vangelo parla di «prodigi», letteralmente «possibilità»: è osservando i miracoli attorno a noi,
piccoli o grandi, che iniziamo ad ammorbidirci per lasciarci cambiare. Non servono scene
pirotecniche o miracoli roboanti, basta aprire bene gli occhi: le persone che lentamente cambiano, i
piccoli segni di gentilezza quotidiana, la bellezza della natura che si rinnova, un gesto di
consolazione inaspettato… Aprendosi alla possibilità della vita, accettando e accogliendo il fatto
che essa possa cambiare, in tante piccole cose, usciamo dalla graniticità della nostra esistenza:
anche noi possiamo cambiare. Aprire gli occhi per aprire il cuore. Il rischio, altrimenti, è quello di
vivere una vita estremamente sicura e molto stabile, ma totalmente ferma. Gesù ci invita a
ricordarci che siamo in cammino e in cammino troviamo nuova vita.