Luca 11, 37-41
37 Dopo che ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola. 38 Il
fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. 39 Allora il Signore gli
disse: «Voi farisei purificate l’esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina
e di iniquità. 40 Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? 41 Piuttosto
date in elemosina quel che c’è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo.
Ascoltiamo la Parola
Gesù non ha una cattedra o un’ora prestabilita per impartire lezioni. Pesca dalla vita, dalle
circostanze, da ciò che accade, dalle persone che incontra… Dà voce alla vita. Per noi scorre
innocua, senza turbarci, tante volte senza parlarci, come se fosse muta e invece Gesù pesca una
sapienza continuamente. Ovunque. Preoccuparsi dell’esterno del bicchiere vuol dire preoccuparsi
della parte che non si usa, per quella parte che paradossalmente può essere anche sporca. Tutti
dovrebbero avere la premura di tenere l’interno del bicchiere pulito. Eppure non è così. La vanità ci
impedisce di guardarci dentro. Cattura tutta la nostra attenzione e ci impedisce di guardare
altrove. Colpisce che Gesù, con il suo sguardo terso, dentro ci vede l’avidità ed è questa che rende
tutto impuro, che non vuol dire sporco, ma inautentico, taroccato. L’avidità, la malattia del
possesso, l’ossessione a stringere sempre e tutto per sé… sporca la vita, la impoverisce, la rende
ridicola. Più uno trattiene e più si ritrova povero!