Luca 13,31-35
31 In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode
ti vuole uccidere». 32 Egli rispose: «Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni e
compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito. 33 Però è necessario che oggi,
domani e il giorno seguente io vada per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia
fuori di Gerusalemme. 34 Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono
mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le
ali e voi non avete voluto! 35 Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta! Vi dico infatti che non
mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».
Ascoltiamo la Parola
Ogni giorno Gesù Parola vivente viene a noi e ogni giorno noi siamo chiamati a prendere posizione
accogliendolo, lasciando che ci avvolga con la sua grazia e la sua sapienza, oppure rifiutandolo
come cosa per la quale non abbiamo tempo perché già troppo presi dal nostro quotidiano. Noi
sappiamo che Lui continuerà a bussare alla nostra porta il primo, il secondo e il terzo giorno, fino a
che la sua opera non sarà compiuta. Non vogliamo rinnovare la nostra vocazione omicida nei
confronti dei profeti che ogni giorno il Padre manda a noi, tra cui, in primis, il suo Figlio prediletto,
il suo Figlio Unigenito. Vogliamo gridare con la nostra vita il nostro grazie a lui che anche oggi si
dona a noi. Vogliamo gridare il nostro Benedetto. Un grido silenzioso, fatto a labbra strette, ma
accompagnato da tutto il nostro cuore e la nostra passione, da tutto il nostro desiderio di bene. Non
uccidiamo i nostri profeti, il profeta che è anche in noi, ma cantiamo con la nostra vita al Profeta
Gesù.