Vangelo 26 gennaio

Luca 1, 1-4. 16-19
1 Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, 2 come
ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della
parola, 3 così ho deciso anch’io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di
scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, 4 perché ti possa rendere conto della solidità
degli insegnamenti che hai ricevuto. 14 Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e
la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15 Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano
grandi lodi. 16 Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato
nella sinagoga e si alzò a leggere. 17 Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo
dove era scritto: 18 Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con
l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai
prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, 19 e predicare un
anno di grazia del Signore.
20 Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga
stavano fissi sopra di lui. 21 Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi
avete udita con i vostri orecchi»

Ascoltiamo la Parola
Il prologo del suo vangelo San Luca chiarisce il suo intento e il metodo adottato.
In primo luogo parla di quanti hanno redatto prima di lui un racconto: i molti in effetti sono le fonti
di cui egli stesso si è servito (vangelo di Marco, fonte Q, raccolte orali o scritte dei detti del
Signore). Gli avvenimenti narrati si sono compiuti, ossia hanno valore per tutti i tempi. La vicenda
di Gesù Cristo si colloca in un oggi sempre presente, poiché appartiene ad una dimensione di
pienezza, in cui si compiono le promesse. Raccontare con ordine significa in questo contesto,
raccontare in modo completo, senza lacune. La prospettiva storica dell’evangelista è chiara: egli
vuole scrivere una storia che però è l’opera di un credente. Egli interpreta la vicenda di Gesù alla
luce della fede, collocandola nel contesto più ampio del piano salvifico di Dio.

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