Marco 3, 31-35
31 Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono achiamare. 32 Tutto attorno era
seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti
cercano». 33 Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». 34 Girando lo
sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 35 Chi
compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».
Ascoltiamo la Parola
Era già successo una ventina di anni prima, a Gerusalemme, durante la festa di Pasqua. Maria e
Giuseppe «trascorsi i giorni» erano ripartiti, «credendo che egli fosse nella comitiva». Anche allora
si misero a cercarlo; lo ritrovarono, solo dopo tre giorni, «nel tempio, seduto in mezzo ai maestri,
mentre li ascoltava e li interrogava». Ieri, però quel ragazzo era accarezzato dallo stupore di “tutti
quelli che l’udivano”, felicemente sorpresi per la sua intelligenza e le sue risposte. Oggi, invece, su
quel ragazzo divenuto ormai uomo incombe una sentenza di morte, già pronunciata per bocca di
farisei ed erodiani, ai quali la rivoluzione dell’amore inaugurata dal Nazareno non va proprio giù.
L’eco funesta di quella condanna era giunta alle orecchie di Maria. I suoi passi solleciti e il volto
teso raccontano la sua preoccupazione, il timore che sia già arrivato il tempo in cui le parole
dell’anziano Simeone si debbano avverare