Vangelo 24 febbraio

Marco 9, 14-29
14 E arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con
loro.  15 E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo.  16 Ed egli li
interrogò: «Di che cosa discutete con loro?».  17 E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da
te mio figlio, che ha uno spirito muto.  18 Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma,
digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono
riusciti».  19 Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a
quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me».  20 E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo
spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando.  21 Gesù
interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia;  22 anzi,
spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di
noi e aiutaci».  23 Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede».  24 Il padre del fanciullo
rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!».  25 Allora Gesù, vedendo accorrere la
folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi
rientrare più».  26 Gridando e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché
molti dicevano: «È morto».  27 Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi.
28 Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a
scacciarlo?».  29 Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se
non con la preghiera».

Ascoltiamo la Parola
Dal dialogo tra Gesù e il papà del ragazzo emerge una situazione tipica anche della nostra vita:
l’incompiutezza delle nostre convinzioni. Il papà in questione è spinto verso Gesù dal suo desiderio
di vedere il proprio figlio guarito e dalla fama di guaritore di Gesù. Tuttavia, quel “se tu puoi” dice
che non è sicuro di essere esaudito. Gesù non fa dipendere la possibilità di guarigione dalle sue
capacità taumaturgiche, ma dalla fede stessa del papà. Se il papà crede in Gesù, la guarigione
avverrà. E questi ora capisce che la sua fede è ancora immatura e chiede a Gesù di farla crescere. È
questa presa di coscienza della propria fede ancora debole, ma aperta al suo rafforzamento, che
accende, per così dire, la potenza guaritrice di Gesù. È la stessa situazione vissuta dai discepoli. Essi
non riescono a scacciare lo spirito muto, non perché non abbiano seguito le istruzioni, ma perché
probabilmente credono di poterlo fare da soli, come un gesto imparato e automatico. Invece è la
potenza del Signore invocata dalla fede che rende capaci di guarire.

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