Vangelo 6 marzo

Luca 9, 22-25
22 “È necessario che il Figlio dell’uomo soffra molte cose e sia respinto dagli anziani, dai capi
sacerdoti e dagli scribi, sia ucciso e risusciti il terzo giorno”. 23 Diceva poi a tutti: “Se uno vuol
venire dietro a me, rinunci a sé stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. 24 Perché chi
vorrà salvare la sua vita, la perderà, ma chi avrà perduto la propria vita per me, la salverà. 25 Infatti,
che giova all’uomo aver guadagnato tutto il mondo, se poi ha perduto o rovinato sé stesso?

Ascoltiamo la Parola
Nonostante la sua benevolenza, Gesù fu rifiutato da alcuni. Come è possibile che essendo Gesù così
buono, così amabile, ci sia chi lo vuole condannato alla forca? La risposta consiste certamente in
una moltitudine di ragioni, solo Dio lo sa. Ma un motivo sufficiente forse è che il Maestro ha fatto
anche qualcos’altro, qualcosa di molto buono, ma che non sempre fa amici: Gesù ha sempre detto la
verità. È vero, la verità è molto bella, ma, come sappiamo, la verità non è sempre piacevole. Gesù,
che è stato sempre fedele alla missione del Padre, non è mai rimasto in silenzio. Ed è stata questa
fedeltà eloquente a condurlo alla Croce. Per un cristiano di questo secolo, forse più che mai, portare
ogni giorno la croce è ripetere le stesse verità di Cristo con le stesse parole di Cristo. Senza paura
della vita. Senza paura della morte. E, se possibile, con grazia.

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