Vangelo 2 aprile

Giovanni 5, 17-30
17 Ma Gesù rispose loro: «Il Padre mio opera sempre e anch’io opero». 18 Proprio per questo i
Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio
suo Padre, facendosi uguale a Dio. 19 Gesù riprese a parlare e disse: «In verità, in verità vi dico, il
Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio
lo fa. 20 Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere
ancora più grandi di queste, e voi ne resterete meravigliati. 21 Come il Padre risuscita i morti e dà la
vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole; 22 il Padre infatti non giudica nessuno ma ha rimesso
ogni giudizio al Figlio, 23 perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il
Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. 24 In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola
e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla
morte alla vita. 25 In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti
udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. 26 Come infatti il
Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso; 27 e gli ha dato il
potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. 28 Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l’ora
in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: 29 quanti fecero il bene
per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. 30 Io non
posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché
non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
Ascoltiamo la Parola
Siamo di fronte a un brano del vangelo di Giovanni certamente drammatico per come le parole di
Gesù, capaci in realtà di scoperchiare il segreto del mondo, siano di fatto travisate e ascoltate
proprio con l’intenzione di essere rese inoperose. Lo squarcio è aperto sull’universo stesso di Dio,
sulla vita dei suoi intimi affetti, sulla sua personale maniera di agire. È Dio che agisce, e il Figlio
non agisce se non nella scia del Padre il quale opera risuscitando, ridando vita e astenendosi dal
giudicare. E la vita che il Padre dona è vita eterna.

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