Luca 22, 14-23
14 Quando fu l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, 15 e disse: «Ho desiderato
ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, 16 poiché vi dico: non
la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». 17 E preso un calice, rese grazie e
disse: «Prendetelo e distribuitelo tra voi, 18 poiché vi dico: da questo momento non berrò più del
frutto della vite, finché non venga il regno di Dio». 19 Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo
diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di
me». 20 Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova
alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi». 21 «Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con
me, sulla tavola. 22 Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell’uomo
dal quale è tradito!». 23 Allora essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe fatto
ciò.
Ascoltiamo la Parola
L’armonia del «regno» di Gesù è qualcosa di difficile comprensione. Noi siamo abituati a una pace
che è quiescenza tranquilla e placida, un sonnellino sul comodo divano delle uguaglianze. “Visto
che la pensiamo allo stesso modo, stiamo tranquilli”. La pace di Gesù è “armonia in diversitate”, è
impegno attivo e faticoso per costruire insieme, con le differenze di ciascuno. La vera pace non
poggia sulla timida sicurezza che “nessuno mi farà del male”, ma sul desiderio comunitario di
costruire un mondo migliore, tutti insieme. E allora ben vengano le differenze di vedute, di
sfumature, di sensibilità. Il «dito di Dio» non giudica impietoso ciò che è diverso (perché
pericoloso), ma scaccia lo spirito della divisione (letteralmente, il “diavolo”).