Vangelo 11 maggio

Giovanni 10, 27-30
27 Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28 Io do loro la vita
eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. 29 Il Padre mio che me le ha
date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. 30 Io e il Padre siamo una
cosa sola».
Ascoltiamo la Parola
“Non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano”. E’ una parola per noi, si
riferisce a ciascuno di noi. I teologi giustamente possono spiegare la cosa dicendo che Gesù, nel
vangelo di oggi, parla della pericoresi, del rapporto inscindibile e inesauribile del Padre, del Figlio e
dello Spirito Santo, che sono “una cosa sola”, ma al tempo stesso sono diversi. Per me, più
banalmente, è come sentire una parola: “fidati”. Difficile, provocatorio, ma terribilmente potente,
come una chiave che libera la vita, che fa scattare grinta ed entusiasmo. “Fidati”: parola che mette
paura, ma capace di dare senso, colore e speranza. La nuova vita ricomincia ogni giorno dalla
fiducia.

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