Matteo 5, 17-20
17 Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per
dare compimento. 18 In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà
neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. 19 Chi dunque trasgredirà uno
solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato
minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato
grande nel regno dei cieli. 20 Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi
e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Ascolta la Parola
La letterina “iod”, in ebraico, è la più piccola di tutto l’alfabeto. E’ sostanzialmente un piccolo
trattino, quasi invisibile. Con una certa vocalizzazione la leggiamo “i” e serve per indicare che
qualcosa “è inerente a me”. Così “lev” significa “cuore” e “levì” diventa “cuore mio”, e così via.
Quando Gesù dice che della legge non passerà un solo “iota” o “iod” significa che la legge è
qualcosa “per me”, va interiorizzata, va vissuta come qualcosa che mi riguarda, non come una
imposizione esterna e vuota. Ogni vita ha bisogno di una regola, di una legge, ma non vissuta come
una dittatura o un insieme di prescrizioni da ottemperare, bensì come uno strumento per imparare ad
amare. La legge non è contraria all’amore, ma è uno strumento per crescere nell’arte di amare.
Certo, a noi la scelta di interpretarla come vogliamo, a noi l’opportunità, cioè, di coglierla nella sua
potenzialità di crescita e di vita.