Matteo 6, 1-6. 16-18
1 Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati,
altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. 2 Quando dunque fai
l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle
strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro
ricompensa. 3 Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua
destra, 4 perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
5 Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e
negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro
ricompensa. 6 Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo
nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà…. 16 E quando digiunate, non
assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che
digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 17 Tu invece, quando digiuni,
profumati la testa e lavati il volto, 18 perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che
è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Ascoltiamo la Parola
Siamo bombardati dai video. Ovunque ci giriamo, ovunque navighiamo in rete, dappertutto c’è
qualcosa da guardare, da vedere, da commentare. L’indice di importanza dei video è dalle
visualizzazioni: in base a queste si può capire se un video è popolare, il grado di incidenza
dell’”influencer” che l’ha postato, i soldi che si guadagnano con la pubblicità. Il rischio è quello di
credere che tutta la vita funzioni così, di cadere nella tentazione di considerare la vita più o meno
importante in base alle visualizzazioni, cioè in base a come viene vista, da chi viene vista e quanti la
vedono. Così il criterio di verità e profondità della nostra esistenza, della nostra noiosa o
entusiasmante quotidianità, diventa l’occhio dell’altro. Con il rischio che la nostra vita diventi
un’ininterrotta prestazione, che fa salire l’ansia e non lascia mai tranquilli. Bisogna allora trovare il
coraggio di “chiudersi nella propria stanza” e stare da soli con sé stessi, per ritrovare quella sintonia,
quella voce interiore, che è la voce del Padre, che ama ciascuno senza badare alle visualizzazioni.