Vangelo 20 febbraio

Dal Vangelo di Luca (6,27-38)

Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro
che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi
maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il
mantello, non rifiutare la tunica. Da’ a chiunque ti chiede; e a chi prende del
tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a
loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori
fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito
ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui
sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai
peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene
e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli
dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi. Siate
misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non
sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà
perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e
traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate,
sarà misurato a voi in cambio».

Come vivere questa Parola?

Luca riprende e riassume l’essenziale lungo discorso della montagna che
Matteo riporta per tre capitoli del suo vangelo. Sembra quasi farlo tracciando
l’identikit di Gesù: la gratuità del dono, la pace come criterio di giudizio,
l’amore da donare senza condizioni, lo schiaffo ricevuto senza opporsi. Ma alla
fine, là dove Matteo dice di essere perfetti come il Padre, Luca corregge
dicendo di essere misericordiosi come il Padre. La perfezione del Padre consiste
nella misericordia. “Dio misericordioso. È questo il suo nome, attraverso cui
Egli ci rivela, per così dire, il suo volto e il suo cuore” ricorda papa Francesco. Il
termine ebraico usato dalla Bibbia richiama il grembo materno ed evoca un
atteggiamento di tenerezza come quello di una madre quando prende in
braccio il suo bambino, desiderosa solo di amare, proteggere, aiutare, pronta a
donare tutto, anche sé stessa.

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