Vangelo 1 marzo

Dal Vangelo di Marco (10,28-31)
Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo
seguito». Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia
lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a
causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e
fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la
vita eterna. E molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi».


Come vivere questa Parola?
Il Signore pone una condizione per essere suo discepolo, lasciare casa, fratelli,
sorelle, madre, padre, figli, possedimenti per lui. La ricompensa è generosa:
già in questo tempo il centuplo e nel mondo a venire la vita eterna. Ma
aggiunge: «Con le persecuzioni». E’ realista e non vuole ingannarci. Essere suo
discepolo comporta difficoltà e problemi. Ma le considera come una
ricompensa, in quanto ci aiutano a crescere, se sappiamo accoglierle come
un’opportunità per maturare in responsabilità. Tutto ciò che è occasione di
sacrificio ci rende simili a Gesù Cristo che ci salva attraverso la sua morte in
croce. Tra certe risposte radicali, come quella degli Apostoli, ve ne sono molte
altre. Per molti, lasciare “casa, fratelli, sorelle, madre, padre…” significherà
lasciare tutto ciò che ci impedisce di vivere con intensità la nostra amicizia con
Gesù Cristo agire come suoi testimoni davanti al mondo.

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