Dal Vangelo di Giovanni (6, 35-40)
35 Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e
chi crede in me non avrà sete, mai! 36 Vi ho detto però che voi mi avete visto,
eppure non credete. 37 Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene
a me, io non lo caccerò fuori, 38 perché sono disceso dal cielo non per fare la
mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39 E questa è la volontà
di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato,
ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. 40 Questa infatti è la volontà del Padre
mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo
risusciterò nell’ultimo giorno».
Come vivere questa Parola?
“Con queste parole, ci vuol far capire che, oltre alla fame fisica l’uomo porta in
sé un’altra fame, una fame più importante, che non può essere saziata con un
cibo ordinario. Si tratta di fame di vita, di fame di eternità che Lui solo può
appagare, in quanto è “il pane della vita”. Gesù non elimina la preoccupazione
e la ricerca del cibo quotidiano, non elimina la preoccupazione di tutto ciò che
può rendere la vita più progredita. Ma Gesù ci ricorda che il vero significato del
nostro esistere terreno sta alla fine, nell’eternità, sta nell’incontro con Lui, che
è dono e donatore, e ci ricorda anche che la storia umana con le sue sofferenze
e le sue gioie deve essere vista in un orizzonte di eternità, cioè in
quell’orizzonte dell’incontro definitivo con Lui.