Dal Vangelo di Giovanni (16, 12-15)
12 Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne
il peso. 13 Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità,
perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi
annuncerà le cose future. 14 Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è
mio e ve lo annuncerà. 15 Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo
ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
Come vivere questa Parola?
Nel Vangelo di oggi, nel quale Gesù, parlando dello Spirito Santo, ci spiega che
cos’è la Chiesa e come essa debba vivere per essere se stessa, per essere il
luogo dell’unità e della comunione nella Verità; ci dice che agire da cristiani
significa non essere chiusi nel proprio “io”, ma orientarsi verso il tutto; significa
accogliere in se stessi la Chiesa tutta intera o, ancora meglio, lasciare
interiormente che essa ci accolga. Allora, quando io parlo, penso, agisco come
cristiano, non lo faccio chiudendomi nel mio io, ma lo faccio sempre nel tutto e
a partire dal tutto: così lo Spirito Santo, Spirito di unità e di verità, può
continuare a risuonare nei nostri cuori e nelle menti degli uomini e spingerli ad
incontrarsi e ad accogliersi a vicenda. Lo Spirito, proprio per il fatto che agisce
così, ci introduce in tutta la verità, che è Gesù, ci guida nell’approfondirla, nel
comprenderla: noi non cresciamo nella conoscenza chiudendoci nel nostro io,
ma solo diventando capaci di ascoltare e di condividere, solo nel «noi» della
Chiesa, con un atteggiamento di profonda umiltà interiore.