Vangelo 11 settembre

Dal Vangelo di Luca (15, 1-32)
1  Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo.  2 I farisei e gli scribi
mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».  3 Ed egli disse loro questa
parabola: 4 «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va
in cerca di quella perduta, finché non la trova?  5 Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle
spalle,  6 va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: «Rallegratevi con me, perché ho trovato la
mia pecora, quella che si era perduta».  7 Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore
che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. 8 Oppure,
quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca
accuratamente finché non la trova?  9 E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice:
«Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto».  10 Così, io vi dico, vi è gioia
davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». 11 Disse ancora: «Un uomo aveva
due figli.  12 Il più giovane dei due disse al padre: «Padre, dammi la parte di patrimonio che mi
spetta». Ed egli divise tra loro le sue sostanze.  13 Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte
tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo
dissoluto.  14 Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli
cominciò a trovarsi nel bisogno.  15 Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella
regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci.  16 Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di
cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla.  17 Allora ritornò in sé e disse: «Quanti salariati di
mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!  18 Mi alzerò, andrò da mio padre e gli
dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te;  19 non sono più degno di essere chiamato tuo
figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati».  20 Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora
lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.  21 Il
figlio gli disse: «Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere
chiamato tuo figlio».  22 Ma il padre disse ai servi: «Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo
indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi.  23 Prendete il vitello grasso, ammazzatelo,
mangiamo e facciamo festa,  24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed
è stato ritrovato». E cominciarono a far festa. 25 Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno,
quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze;  26 chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa
fosse tutto questo.  27 Quello gli rispose: «Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello
grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo».  28 Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora
uscì a supplicarlo.  29 Ma egli rispose a suo padre: «Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai
disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei
amici.  30 Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute,
per lui hai ammazzato il vitello grasso».  31 Gli rispose il padre: «Figlio, tu sei sempre con me e tutto
ciò che è mio è tuo;  32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è
tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato»».


Ascoltiamo la Parola.
Il Signore non può rassegnarsi al fatto che anche una sola persona possa perdersi. L’agire di Dio è
quello di chi va in cerca dei figli perduti per poi fare festa e gioire con tutti per il loro ritrovamento.
Si tratta di un desiderio irrefrenabile: neppure novantanove pecore possono fermare il pastore e
tenerlo chiuso nell’ovile. Lui potrebbe ragionare così: “Faccio il bilancio: ne ho novantanove, ne ho
persa una, ma non è una grande perdita”. Lui invece va a cercare quella, perché ognuna è molto
importante per lui e quella è la più bisognosa, la più abbandonata, la più scartata; e lui va a cercarla.

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