Dal Vangelo di Luca (8, 4-15)
Diceva anche ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a
lui di sperperare i suoi averi. 2 Lo chiamò e gli disse: «Che cosa sento dire di te? Rendi conto della
tua amministrazione, perché non potrai più amministrare». 3 L’amministratore disse tra sé: «Che cosa
farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare,
mi vergogno. 4 So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia
qualcuno che mi accolga in casa sua». 5 Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al
primo: «Tu quanto devi al mio padrone?». 6 Quello rispose: «Cento barili d’olio». Gli disse: «Prendi
la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta». 7 Poi disse a un altro: «Tu quanto devi?». Rispose:
«Cento misure di grano». Gli disse: «Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta». 8 Il padrone lodò
quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti,
verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. 9 Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la
ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
10 Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di
poco conto, è disonesto anche in cose importanti. 11 Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza
disonesta, chi vi affiderà quella vera? 12 E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la
vostra? 13 Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si
affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza»
Ascoltiamo la Parola.
La chiave di lettura di questa Parabola sta nell’invito di Gesù a usare bene le proprie ricchezze. La
“ricchezza disonesta” sono in generale i beni materiali che possono spingere a erigere muri, creare
divisioni e discriminazioni. Gesù, al contrario, ci invita ad invertire la rotta: “Fatevi degli amici con
la ricchezza”. È un invito a saper trasformare beni e ricchezze in relazioni, perché le persone
valgono più delle cose e contano più delle ricchezze possedute. Nella vita, infatti, porta frutto non
chi ha tante ricchezze, ma chi crea e mantiene vivi tanti legami, tante relazioni, tante amicizie
attraverso le diverse “ricchezze”, cioè i diversi doni di cui Dio l’ha dotato.