Dal Vangelo di Luca (7, 19-23)
19 li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 20 Venuti
da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: «Sei tu colui
che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?»». 21 In quello stesso momento Gesù guarì molti da
malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. 22 Poi diede loro questa risposta:
«Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi
camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la
buona notizia. 23 E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Ascoltiamo la Parola
Giovanni Battista, è in carcere, non può incontrare Gesù, non può parlare con Lui. Affida le sue
domande ad un gruppo di discepoli: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”. La
domanda raccoglie i dubbi non solo di Giovanni ma di tutti coloro che attendono con sincerità il Regno.
I gesti che Gesù compie sono molto diversi da quello che lui si aspettava: non un Messia potente che
“battezzerà in Spirito santo e fuoco”, un giudice inflessibile che raccoglie il frumento e brucia la paglia.
Gesù parla ai poveri, s’interessa dei malati, s’intrattiene con i pubblicani e i peccatori. Gente che conta
poco. La missione di Gesù non cammina per i sentieri della luce e della gloria ma in quelli dell’umiltà e
del nascondimento. La rivoluzione che egli realizza passa attraverso l’amore.