Apriti giugno

Carissimi sorelle e fratelli parrocchiani,
nella pietà popolare, il mese di giugno è dedicato al Sacro Cuore di Gesù, perché la sua festa cade sempre in
giugno, 19 giorni dopo la Pentecoste. Quest’anno, ad esempio, la solennità del Sacro Cuore cadrà venerdì
16 giugno. Tutto ebbe inizio il giorno in cui santa Marguerite-Marie Alacoque (1647-1690) ricevette delle
rivelazioni da parte di Cristo. Il 16 giugno 1675 Gesù le avrebbe chiesto di promuovere uno slancio
spirituale in onore del suo Sacro Cuore: “È per questo che ti domando che il primo venerdì dopo l’ottava del Santissimo
Sacramento sia dedicato a una festa particolare per onorare il mio Cuore, facendo ad esso riparazione d’onore mediante
onorevole ammenda, comunicandosi in quel giorno per riparare le indegnità che esso ha ricevuto mentre veniva esposto sugli
altari; e ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per diffondere con abbondanza gli influssi del suo divino amore su quanti gli
renderanno questo onore”.
Il mese al Sacro Cuore di Gesù ha come obiettivo quello di stimolare i fedeli ad adorare in modo
ancora più consapevole e intenso l’amore di Gesù Cristo, rappresentato fisicamente dal Suo Cuore, che a
Sua volta ci ricorda che Dio si è incarnato ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. La devozione al Sacro
Cuore ha un’origine biblica, visto che il cuore è uno dei tanti modi per parlare dell’amore infinito di Dio,
che arriva all’apice con la venuta di Gesù per donarsi per noi. Due eventi “forti” del Vangelo sono
particolare fonte di ispirazione: il gesto di San Giovanni Evangelista, il discepolo amato, che reclina il capo
sul petto di Gesù durante l’Ultima Cena (cfr. Gv 13, 23); e sul Calvario, il momento in cui il soldato
colpisce il fianco di Gesù con la lancia (cfr. Gv 19, 34). Nel primo episodio, vediamo la serena
consolazione offerta da Gesù, nell’altro la sofferenza che Gli provochiamo con i nostri peccati, dai quali ha
voluto redimerci. È per questo che in questo mese speciale siamo invitati a dimostrare a Gesù, attraverso le
opere e non solo le parole, quanto Lo amiamo e corrispondiamo al Suo Amore infinito.
San Luigi Guanella fu molto devoto al Sacro Cuore. Il suo primo biografo, don Leonardo
Mazzucchi, scrive al riguardo: “Apostolo di Gesù eucaristico, pose il Sacro Cuore di Gesù a protettore dell’Opera sua;
perché come sapeva che dal cuore divino aveva a piovere sulla casa la munificenza delle quotidiane provvidenza materiali e
spirituali, così voleva che i suoi da quel cuore santo attingessero la forza e la virtù del sacrificio, gli ardori e la tenerezza della
cristiana carità”. All’inizio della sua Opera portava nel cuore il desiderio di chiamare i suoi sacerdoti “Figli
del Sacro Cuore” perché, ne era convinto, i suoi confratelli dovevano “congiungersi alla carità del divin Cuore e
col soave legame di questa carità restare uniti tra di loro, dolci e pazienti con il prossimo affidato alle loro cure”. Per questo
motivo, il giorno della festa del Sacro Cuore tutti i religiosi guanelliani rinnovano la loro professione
religiosa per devozione.
In vista dell’estate, la festa del Sacro Cuore sarà anche l’occasione per fare un bilancio del cammino
pastorale di questo anno. Ringraziandovi del vostro attaccamento alla comunità, vi invito a ringraziare il
Signore del dono di un anno pastorale, in cui abbiamo cercato di tener fede ai nostri numerosi impegni
comunitari (agli impegni spirituali personali, ognuno spero abbia agito secondo coscienza). Ogni nostra
attività ha avuto come fine la gloria di Dio e come scopo la crescita personale e comunitaria. Nel solco del
cammino sinodale della Chiesa, abbiamo cominciato a lavorare sul “cantiere dell’ospitalità e della casa”, per
cercare di essere una comunità che testimonia la comunione fraterna, che cammina nella collegialità, che
apre le porte a tutti. Mi piacerebbe che ognuno si sentisse più corresponsabile della vita della comunità
parrocchiale, riaccendendo la speranza di una profonda e sana vita cristiana; che ognuno si facesse più
carico per la propria parte del bene comune da realizzare secondo il disegno di Dio; che vivessimo più in

comunione, come ricerca della verità, del bene, della concordia; che dicessimo sì a una comunità
parrocchiale missionaria che sia testimone vera e credibile di Gesù Risorto.
Concludo con le parole di San Paolo ai Romani: “Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione,
perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità” (Rm 12,12). E’
questo il mio augurio per un’estate fatta di fedeltà alla preghiera quotidiana ed alla carità.

Don Tommaso

 

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