Marco 2, 13-17
13 Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. 14 Passando, vide
Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo
seguì. 15 Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con
Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. 16 Allora gli scribi dei farisei,
vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e
beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 17 Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani
che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i
peccatori».
Ascoltiamo la Parola
Dio è Dio, lo Stato è lo Stato! Voler assimilare l’uno all’altro non può che crearci dei problemi,
perché si tratta di due cose ben distinte, nel senso stesso che lo Stato non è necessariamente
cristiano! Il cristiano è colui che vive la sua fede in Dio, in Gesù Cristo morto e risorto, nella sua
Patria, nel rispetto delle leggi che la governano. Ciò non gli impedisce di prendere posizione ed
esprimere il suo disaccordo con certe leggi quando sono ingiuste o ingiuste; è addirittura suo
dovere
per preoccupazione degli altri e della giustizia. È chiaro che in un mondo sempre meno cristiano,
cioè cristiano nel cuore e non nel registro, il rispetto della libertà religiosa viene molto
intaccato; questo non deve impedirci di vivere la nostra fede, in Cristo, rendendo allo Stato ciò che
è dello Stato e a Dio ciò che è di Dio.