Vangelo 2 marzo

Luca 15, 1-3-32.11
1  Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo.  2 I farisei e gli scribi
mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».  3 Ed egli disse loro questa
parabola:
11 Disse ancora: «Un uomo aveva due figli.  12 Il più giovane dei due disse al padre: «Padre, dammi la
parte di patrimonio che mi spetta». Ed egli divise tra loro le sue sostanze.  13 Pochi giorni dopo, il
figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo
patrimonio vivendo in modo dissoluto.  14 Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una
grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.  15 Allora andò a mettersi al servizio di uno
degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci.  16 Avrebbe voluto
saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla.  17 Allora ritornò in sé e
disse: «Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!  18 Mi alzerò,
andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te;  19 non sono più degno
di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati».  20 Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al
collo e lo baciò.  21 Il figlio gli disse: «Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più
degno di essere chiamato tuo figlio».  22 Ma il padre disse ai servi: «Presto, portate qui il vestito più
bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi.  23 Prendete il vitello grasso,
ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,  24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita,
era perduto ed è stato ritrovato». E cominciarono a far festa. 25 Il figlio maggiore si trovava nei
campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze;  26 chiamò uno dei servi e gli
domandò che cosa fosse tutto questo.  27 Quello gli rispose: «Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto
ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo».  28 Egli si indignò, e non voleva
entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo.  29 Ma egli rispose a suo padre: «Ecco, io ti servo da tanti
anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa
con i miei amici.  30 Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le
prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso».  31 Gli rispose il padre: «Figlio, tu sei sempre con
me e tutto ciò che è mio è tuo;  32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era
morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato»».


Ascoltiamo la Parola
 Non sappiamo come sia finita questa vicenda: se il figlio maggiore si sia convinto e sia entrato in
casa a festeggiare il fratello. Ma il senso della storia si chiarisce prima di ogni possibile epilogo:
non c’è nessuna situazione irrimediabilmente perduta, se qualcuno, a cominciare da noi stessi, è
pronto a darci fiducia, a tenere accesa la nostra speranza. A nostra volta siamo chiamati a dare
speranza e fiducia agli altri, a chiunque incontriamo in difficoltà sulla nostra strada. Ripartire è
sempre possibile. Insegniamolo a noi stessi e a chi ci sta vicino, perché la vita non venga mai
sprecata ma sempre valorizzata al meglio, nella ricerca di se stessi e della propria realizzazione.

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