Vangelo 4 aprile

Luca 24, 35-48
35 Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il
pane. 36 Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a
voi!».  37 Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma.  38 Ma egli disse loro: «Perché
siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?  39 Guardate le mie mani e i miei piedi: sono
proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io
ho».  40 Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.  41 Ma poiché per la gioia non credevano ancora
ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?».  42 Gli offrirono una
porzione di pesce arrostito;  43 egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. 44 Poi disse: «Sono queste le
parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di
me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».  45 Allora aprì loro la mente per comprendere le
Scritture   46 e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno,  47 e nel
suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da
Gerusalemme.  48 Di questo voi siete testimoni.

Ascoltiamo la Parola
Gesù risorto non è uno spirito che possa assumere una figura corporea, come potrebbero far
credere le sue apparizioni e sparizioni. Egli non è come gli angeli, che per natura non hanno
corpo, ma possono assumerne l’apparenza. Il Risorto ha un corpo, è spirituale e corporeo. La
corporeità è coinvolta nella risurrezione, ne fa parte. Il fatto che Gesù mangi davanti ai suoi
discepoli – lo farà ancora durante l’apparizione al lago in Gv 21 – testimonia che questa è
tutta la realtà della persona di Cristo che ha attraversato la morte fino alla resurrezione.
L’importante è comprendere che questo corpo partecipa alla vita eterna in Cristo, e partecipa
alla comunicazione della vita nuova a coloro che incontra. Il corpo eucaristico di Cristo è
inseparabilmente il suo corpo crocifisso e glorificato, il luogo del suo sacrificio e il frutto di
esso. Ed è questo il mezzo che sceglie per comunicarci la sua vita che non passa, di cui già
viviamo, anche se non la percepiamo. Comunicandosi a noi attraverso il suo corpo, Cristo ci
comunica la sua vita, e questa non solo al nostro spirito, ma anche al nostro stesso corpo. E
la comunicazione di questa vita andrà, nell’ultimo giorno, fino alla risurrezione di questo
nostro corpo. Gesù lo ha annunciato esplicitamente nel discorso sul Pane della vita, e lo
testimonia con la propria risurrezione.

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