Vangelo 14 aprile

Luca 24, 35-48
5 Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il
pane. 36 Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a
voi!».  37 Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma.  38 Ma egli disse loro: «Perché
siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?  39 Guardate le mie mani e i miei piedi: sono
proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io
ho».  40 Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.  41 Ma poiché per la gioia non credevano ancora
ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?».  42 Gli offrirono una
porzione di pesce arrostito;  43 egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. 44 Poi disse: «Sono queste le
parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di
me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».  45 Allora aprì loro la mente per comprendere le
Scritture  46 e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno,  47 e nel
suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da
Gerusalemme.  48 Di questo voi siete testimoni.


Ascoltiamo la Parola
Cristo Risorto ritrova nei discepoli stupore, turbamento e poi gioia: queste emozioni impediscono
loro di credere ai propri occhi. Il convincimento e la rassicurazione che Gesù mette in atto per loro
sono strettamente legate al Suo corpo. Mostra le ferite, si fa toccare e, infine, mangia con loro. La
corporeità di Gesù diventa, inizialmente, una attestazione della sua identità e della sua reale
presenza (non un fantasma o un’allucinazione). In secondo luogo, essa afferma che la vita nuova,
donata da Dio, riguarda la totalità dell’uomo e non si riduce a un’esperienza mentale. Il corpo
Risorto di Cristo, con le sue ferite, ci rivela che la salvezza non sovverte l’umanità, non la priva di
nulla, non la stravolge ma la rigenera dal di dentro. Gesù è “in carne e ossa”: ciò significa che
ognuno di noi può vivere da risorto, può attingere dalla fonte della vita eterna nella condizione in
cui si trova, può essere trasfigurato senza perdere il proprio volto. Il gesto di nutrirsi, cioè di entrare
in relazione (e dipendenza) con la Terra e con gli altri uomini, ne è una ulteriore prova.

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