Vangelo 22 aprile

Giovanni 10, 1-10
1  «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da
un’altra parte, è un ladro e un brigante.  2 Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.  3 Il
guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e
le conduce fuori.  4 E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore
lo seguono perché conoscono la sua voce.  5 Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via
da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».  6 Gesù disse loro questa similitudine, ma essi
non capirono di che cosa parlava loro. 7 Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi
dico: io sono la porta delle pecore.  8 Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti;
ma le pecore non li hanno ascoltati.  9 Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato;
entrerà e uscirà e troverà pascolo.  10 Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io
sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.


Ascoltiamo la Parola
Nel vangelo di oggi il termine “pecora” non è dispregiativo, come spesso suona in italiano. Esso
non denota i “pecoroni”, i creduloni, ma, esattamente al contrario, coloro che sono capaci di
“conoscere la voce” del vero pastore. Capitava spesso che diversi greggi si confondessero,
pascolando nello stesso territorio. I pastori, allora, dovevano essere stati bravi a insegnare alle
proprie pecore un richiamo unico, diverso da quello degli altri. E le pecore dovevano essere brave a
riconoscere quel richiamo: a quel fischio, a quella voce specifica – quella del proprio pastore – le
pecore si radunavano, senza confondersi con le altre. Darci delle pecore significa dirci che siamo
capaci di fare discernimento, cioè di scorgere, in mezzo alla assordante cacofonia quotidiana, la
voce liberante, che porta vita: la voce di Dio. Mica facile! Però, essendo pecore, ne siamo capaci.
Capaci di ascoltare con attenzione, con spirito critico, con responsabilità, il mare di informazioni
(vere o “fake”) nel quale navighiamo ogni giorno.

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