Vangelo 1 maggio

Matteo 13, 54-58
54 Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da
dove gli vengono questa sapienza e i prodigi?  55 Non è costui il figlio del falegname? E sua madre,
non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?  56 E le sue sorelle, non
stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?».  57 Ed era per loro motivo di
scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa
sua».  58 E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Ascoltiamo la Parola
I concittadini di Gesù non solo non riconoscono la sua identità messianica ma non lo accolgono neppure
come un Profeta, cioè come un uomo che parla in nome e con l’autorità di Dio. Lo conoscono come il
figlio di Giuseppe, conoscono la Madre, i suoi familiari e la sua umile condizione sociale. Chi gli ha
dato questo potere? Dove ha attinto questa sapienza? Non sanno rispondere a questa domanda. Non
possono rispondere. Ci sono tre gradi della non conoscenza. In primo luogo quelli che non
comprendono perché ignorano i fatti. Ci sono poi quelli che non comprendono perché il contenuto
supera ogni loro capacità. E infine vi sono quelli che non accettano di non comprendere. I cittadini di
Nazareth appartengono alla terza categoria. Non comprendere non rappresenta un errore, accettare di
non poter comprendere è l’atto doveroso di un’intelligenza che riconosce il proprio limite. I concittadini
di Gesù, invece, non comprendono e non accettano di non poter capire. Questa pagina evangelica è
l’icona di una storia che si ripete infinte volte nei solchi dell’umana esperienza. La Rivelazione di Dio è
sempre chiara ma non immediatamente comprensibile? L’uomo non può pretendere di afferrare il
mistero, può solo disporsi a capire, dando fiducia a Colui che si rivela. Dio non si fa conoscere da coloro
che pretendono di possedere la verità ma a coloro che si riconoscono discepoli e si lasciano istruire.
Oggi chiediamo la grazia di accogliere con umiltà i più piccoli raggi di luce per avanzare nelle vie di
Dio.

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