Vangelo 26 maggio

Matteo 28, 16-20
16 Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro
indicato.  17 Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.  18 Gesù si avvicinò e disse loro:
«A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.  19 Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli,
battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,  20 insegnando loro a osservare
tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».


Ascoltiamo la Parola
Averli invitati a ritornare in Galilea dove tutto aveva avuto origine, nella storia del legame di fede
con lui, è l’ultimo straordinario colpo di teatro del Signore Gesù che ora è sicuro di poterli affidare
alla loro stessa capacità di interpretare quanto vissuto insieme. La resurrezione diventa la chiave di
lettura attraverso cui poter leggere il passato ma anche il presente: lo Spirito offre la possibilità di
una rilettura costante del vissuto e si fa compagno di viaggio nel sostenere le fatiche e i limiti di
ciascuno. Anche noi siamo immersi nella resurrezione del Cristo e, proprio per questo, veniamo
invitati a fare lo stesso cammino di rilettura continua delle nostre esperienze a partire proprio
dall’invito a fare ritorno nelle nostre Galilee. Anche noi, nonostante i nostri dubbi e le nostre
fragilità, siamo accompagnati per sempre dalla presenza dello Spirito. Anche noi possiamo, proprio
perché affidati a questo dono, imparare a leggere la nostra storia in modo diverso: non più sulla base
dei continui fallimenti che ci costringono ad acquisire una visione vittimistica della vita, dove
quello che conta è sempre e comunque leccarsi le ferite. Ora anche noi siamo consegnati ad una
missione straordinaria e grande, quella di portare a tutti i popoli il suo nome, la sua benedizione e il
suo insegnamento.

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