Luca 17,20-25
20 Interrogato dai farisei: «Quando verrà il regno di Dio?», rispose: 21 «Il regno di Dio non viene
in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in
mezzo a voi!». 22 Disse ancora ai discepoli: «Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno
solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. 23 Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non
andateci, non seguiteli. 24 Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo,
così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. 25 Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga
ripudiato da questa generazione.
Ascoltiamo la Parola
«Quando verrà il regno di Dio» sarò più buono. Finalmente potrò essere altruista e comprensivo.
«Quando verrà il regno di Dio» avrò tempo libero, potrò affrontare le cose con più calma, senza
troppe ansie. «Quando verrà il regno di Dio» le relazioni con le persone che ho attorno saranno tutte
migliori, non ci sarà più ipocrisia o incoerenza. «Quando verrà il regno di Dio» la corruzione e la
violenza scompariranno. Finalmente saremo tutti in pace. Penso spesso così. Eppure il regno è già
«in mezzo a noi», come un seme, come una misura di lievito. Questo Dio-che-regna con la sua
legge – che è la libertà d’amare -, sta già lavorando in noi e fra di noi, personalmente e socialmente.
Siamo forse più disposti ad aspettare che a favorire, perché nel primo caso la faccenda è tutta
passiva, nel secondo un po’ meno. Il regno chiede di essere atteso, certamente, ma anche
contemplato, cercato nel presente, favorito con la nostra stessa vita.