Vangelo 22 maggio

Giovanni 15, 9-11
9 Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10 Se
osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti
del Padre mio e rimango nel suo amore. 11 Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la
vostra gioia sia piena.

Ascoltiamo la Parola
Quando Gesù sceglie il verbo «rimanere» per parlare del rapporto che i discepoli devono avere con
lui e con il Padre, indica non solo collaborare, o seguire, o obbedire, ma qualcosa di più profondo.E
noi, puntualmente, fraintendiamo. Perché nel rimanere c’è il sapore della staticità, quasi
dell’immobilismo. Spesso, infatti, questi versetti sono stati utilizzati dagli apologeti cristiani per
contrapporre il Regno di Dio al “mondo”, tutto ciò “che sta fuori”, che tende a staccarci dall’amore
di Gesù e del Padre. Non ci stupiamo, allora, di tanti rigurgiti tradizionalisti estremi, dentro e fuori
la Chiesa. In essi si avverte, spesso, non tanto la fedeltà a una tradizione amorevolmente trasmessa,
ma la paura di confrontarsi con pensieri e opinioni differenti, che possono in qualche modo
distrarci, “staccarci” dallo scoglio sicuro delle certezze. E’ bello invece pensare che il «rimanere
nell’amore» di cui ci parla Gesù comporta una fedeltà più dinamica, più creativa.

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